"Essere ufficiale di una Forza Armata richiede, in ogni singolo momento, lucidità e capacità di prendere decisioni difficili anche in situazioni di estremo disagio...proprio come in campo, quando per tutti i 90 minuti di gioco non ci possiamo permettere né distrazioni né momenti di blackout".
Catello Esposito, 20 anni, Allievo della Marina Militare italiana e arbitro di Promozione della Sezione di Castellammare di Stabia, racconta la sua avventura vissuta a bordo dell'Amerigo Vespucci, su cui ha da poco terminato una campagna di istruzione. Parliamo della "nave più bella del mondo" come conosciuta ai più.
Una vera e propria figlia di Castellammare di Stabia, varata nel locale cantiere navale nel febbraio del 1931 e che dopo 92 anni di storia ancora oggi solca le onde dei mari del mondo, portando la bandiera italiana ad ogni latitudine.
"È giunta al termine quella che sicuramente è stata l'esperienza più affascinante che abbia mai vissuto", prosegue Catello. " La campagna di istruzione sulla Vespucci, la nave più bella del mondo, segna la parte finale della prima classe dei corsi dei ruoli normali dell'Accademia Navale: il primo approccio a luoghi e ambienti dove, da futuri ufficiali di Marina, svolgeremo la nostra professione. Da allievo ufficiale stabiese non posso che essere fiero e orgoglioso di aver vissuto quest'esperienza; da arbitro, non vedo l'ora di spolverare fischietto e taccuino e tornare in campo".
Al termine di questa campagna mondiale, dunque, Catello ha voluto esternare tutte le emozioni vissute a bordo e di come l'arbitraggio abbia notevolmente influito nella sua scelta di intraprendere questo percorso nella Marina Militare, a riprova che tutti i valori cardine di questa attività, quali l'impegno, il sacrificio, l'abnegazione e soprattutto il rispetto delle regole, siano di fondamentale importanza per affrontare un percorso tanto affascinante quanto delicato: la vita militare.
"Ogni decisione presa dall'arbitro è legge per i calciatori in campo, per l'allenatore e per tutti gli spettatori, ed è sancita nel rispetto delle regole del gioco del calcio, che un direttore di gara deve conoscere alla perfezione. Questo mi ha aiutato nel rispettare e adattarmi in fretta alle rigide regole che la vita militare impone, soprattutto perché, avendo intrapreso una carriera da Ufficiale, mi verrà richiesto di far rispettare queste regole, proprio come faccio in campo. Ma un aspetto che va messo in risalto è la modalità con cui queste si fanno rispettare: la relazione con i calciatori in campo, è probabilmente, ciò che più differenzia un arbitro dall'altro; è anche, secondo me, ciò che è più difficile da gestire. Bisogna essere autorevoli (non autoritari), decisi, credibili ed è necessario mostrare carattere, abilità richieste anche per la carriera da Ufficiale di Marina", la chiosa finale di Catello Esposito.
Fonte: www.aia-figc.it