Continuando con le celebrazione dei novanta anni di storia della nostra sezione, ci siamo fatti raccontare un aneddoto o un episodio di vita vissuta in campo associativo arbitrale dagli "arbitri senatori" che in gergo tecnico la nostra associazione riconosce con la qualifica di arbitro benemerito.
A raccontarci un aneddoto è Aldo SANSONE, probabilmente l'associato con il maggior numero di anni di appartenenza all'AIA.
Il ricordo di Sansone, come già fatto dal collega Buonocore, ricade sul presidente Raffaele CINELLA: eravamo verso la fine degli anni cinquanta, i giovani arbitri che venivano designati per la direzione di gare, non avevano l’auto o lo scooter come mezzo di locomozione, ma la loro mobilità per raggiungere il campo di calcio era prettamente o con la corriera o in alternativa il treno.
Tra questi, c’era un giovane collega che abitualmente usava questi mezzi per recarsi ad arbitrare, ma in più di un’occasione, non raggiunse l’impianto di gioco!
Motivo?
Cattivo tempo? No!
Avaria al mezzo di locomozione? No!
Il giovane arbitro, durante i suoi viaggi in treno o corriera, era solito fare amicizia con qualche ragazza e più di una volta gli era capitato di trascorrere la domenica in “modo alternativo” invece di raggiungere l’impianto sportivo dove era stato designato a dirigere la gara.
Una volta, il presidente di sezione Cinella, s’insospettì di queste mancate direzioni di gara ed iniziò ad indagare.
Quando venne a sapere il reale motivo delle mancate direzioni di gara, convocò il “suo arbitro” in sezione per farsi dare le motivazioni del caso; il giovane arbitro gli riferì cosa gli era piacevolmente capitato, ed invece di segnalarlo all’organo competente (procura arbitrale), lo giustificò e lo perdonò.
Il presidente Cinella era davvero una bella persona e disponibile con tutti, conclude Sansone.